FRANCESCO GRIGNETTI
E ora tocca alla Corte costituzionale. Scontata la contromossa della difesa di Berlusconi: sollevare un conflitto davanti alla Consulta perché il gip di Milano non ha tenuto conto del parere della Camera, laddove si segnalava che il caso doveva finire davanti al Tribunale dei ministri. Questione ingarbugliata, ma riassumibile in poche parole. Piuttosto che andare davanti alla corte designata il prossimo 6 aprile, il premier vuole spedire Longo & Ghedini alla Corte costituzionale e con ciò prendere 6-8 mesi di tempo. Non è affatto scontato che il tribunale sospenda il dibattimento, ma la possibilità c’è. Ed è questa la speranza di palazzo Grazioli. Di qui una serie di voci che si colgono in ambito Pdl. Dice ad esempio Franco Frattini: «E’ un’opzione di cui si era parlato, ma la valutazione spetta agli avvocati del premier». Oppure Angelino Alfano: «E’ un tema che tiene all’autonomia, alla sovranità e all’indipendenza del Parlamento». Conferma Gaetano Pecorella: «E’ quella la strada».
A sollevare il conflitto, dunque, potrebbe essere il Consiglio dei ministri in una prossima riunione. Per Berlusconi sarebbe la via più veloce e indolore. Ma c’è anche una seconda ipotesi, di maggior peso politico e mediatico: che a sollevare il conflitto sia
In ogni caso è alla Corte costituzionale che il Pdl guarda con tanta speranza. Dice così Renato Brunetta: «
3 commenti:
COME DA COPIONE! QUESTO QUI PENDE, A DESTRA!
E te pareva!
-DDD
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