sabato 26 marzo 2011

Cornuta e mazziata


L’altroieri la Guardia di finanza di Roma ha arrestato gli autori della truffa che ha coinvolto, tra gli altri, anche Sabina Guzzanti. Che qui ci racconta la sua disavventura.

di Sabina Guzzanti

Lo so, sento di dovermi giustificare. Giustamente la mia faccia era su tutti i telegiornali e giornali perché sono stata truffata insieme a tanta altra gente e scandalosamente hanno arrestato i truffatori e non i truffati. A questo scandalo i media giustamente, responsabilmente cercano di porre riparo riequilibrando un po’ le cose, portando una parola di par condicio nel mondo imperfetto degli uomini. Gli operatori del settore comunicazioni, armati come sempre solo di buona volontà, anche questa volta sono riusciti ad aprire delle crepe nei muri delle certezze popolari fondate al solito su false credenze, Marx, oroscopi, infarinature di diritto, cicli lunari, cristalloterapia ecc. Certo sono operazioni sempre “delicate” perché non ci sono molti argomenti a favore della punibilità delle vittime e la tecnica migliore è combattere il popolino usando le sue stesse convinzioni. Dando abilmente a credere che chi scrive sia fornito proprio degli stessi scarsi strumenti di chi ascolta e legge.

INNANZI tutto giustamente si sottolinea questo: che evidentemente chi ha messo dei soldi “aveva i soldi”. Infatti i soldi li avevo io. Tutti. Ora lo sapete. Vi domandavate come mai non arrivavate alla fine del mese? Li avevo presi io. Insieme a Massimo Ranieri e a degli aristocratici. E così anche la questione crisi economica è spiegata. Mi sorprende anzi il fatto che proprio oggi l’Istat comunichi quelle brutte notizie. Il mio caso ha giustamente più rilievo perché sottintende: “fa la comunista e poi si fa truffare insieme a gente che abita ai Parioli”, il che stabilisce fra me e una certa aristocrazia un legame ancora più intimo di quello che potrebbe scaturire da una eventuale frequentazione di persona.

Lungi da me voler polemizzare perché quando ti beccano col sorcio in bocca si fa sempre più bella figura a stare zitti, ma sono in dubbio se precisare una notizia falsa o se mi convenga far credere che sia vera. Scrivono sul Corriere della Sera e sul Messaggero qualcosa come che “curiosamente” io ho recuperato i soldi e gli altri no. Avrei goduto evidentemente di privilegio che in un regime comunista si riserva ai fedelissimi.

Dal punto di vista dell’immagine credo che ci guadagnerei se si pensasse che nella sventura ho comunque sgomitato. Ma già che sto confessando tanto vale che dica tutto nella speranza di essere un giorno perdonata. Ebbene, non ci crederete: i quotidiani sopra citati hanno dato per buona una notizia senza fondamento corredata da cifre sparate a casaccio.

A quanto mi risulta, lo dico fra le righe, per chi vuol capire le sottigliezze di una questione complessa e difficile da riassumere in poche parole, e che nelle semplificazioni inevitabilmente soffrirebbe insopportabili lacune che finirebbero in sostanza per tradire la verità, gli unici che hanno recuperato i soldi sono dei camorristi che si sono presentati dal dott. Lande (da ieri finalmente in custodia cautelare) e lo hanno minacciato di rompergli le ossa una per una, con successo. Questa, a quanto ho capito, è la ragione per cui l’indagine è andata al pm Tescaroli; perché il truffatore ha avuto anche la faccia tosta di denunciare le minacce.

CHE ALTRO aggiungere a mia discolpa? Lo ammetto, ho lavorato anche con impegno e avrei intenzione di continuare. Ho messo da parte dei risparmi, sapete com’è… ogni tanto quei pensieri tristi sulla vecchiaia e le malattie che in mancanza di welfare ogni tanto si affacciano.

La cosa ancora più grave, ma che conviene che dica io prima che comunque venga scoperta, è che ci pagavo pure le tasse. Lo so che è una cosa lurida, ripugnante, ma l’ho fatto. Ho pagato le tasse, per giunta su dei soldi che credevo d’avere e invece non ho.

Poi, come al solito, in preda a quei deliri che ogni tanto mi assalgono, con quella convinzione folle di aver ragione che mi conoscete, ho pure denunciato i truffatori che grazia alla mia denuncia e poche altre sono stati arrestati.

La speranza che si possa recuperare qualcosa è praticamente nulla. La speranza che i colpevoli siano puniti adeguatamente, pure. La simpatia per i camorristi che hanno recuperato i soldi, sempre crescente, soprattutto nella fantasia di quello che avrebbero potuto fare a queste persone che è proprio quello che sognerei di fare io e tanti altri disgraziati che purtroppamente però non abbiamo vinto il concorso per concorso esterno. Anche questo ammetto con umiliazione. Posso solo sperare nella clemenza di Minzolini che non infierisca oltre sulle mie miserie. Sono un verme, chiedo solo di poter continuare a vivere nell’ombra.

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