sabato 9 aprile 2011

Berlusconi: "Su Mondadori una rapina a mano armata"


«Vinceremo le amministrative, come abbiamo vinto le altre elezioni e in seguito ci dedicheremo a una riorganizzazione del partito che guardi al futuro con nuovo slancio». Accolto da una standing ovation al convegno dei cofondatori del Pdl all’auditorium della Conciliazione, Silvio Berlusconi ha lanciato ufficialmente la sua promessa: nei prossimi mesi prenderà in mano le redini per occuparsi in prima persona di ricostruire e ricompattare la struttura e le diverse anime che convivono nel Popolo della Libertà.

Forte della probabile conquista di due deputati dell'opposizione che potrebbero astenersi nei prossimi passaggi in Aula e della maggioranza in Parlamento, «che finalmente ci consentirà di fare le grandi riforme per un Paese libero e giusto», il premier ha ringraziato per il sostegno ricevuto: «Mi fa piacere vedere questo calore attorno a me perché quando ti azzannano da tutte le parti e si è convinti di essere nel giusto, quando vedi questo calore di chi ti sostiene è molto meglio per poter andare avanti».

«Questi processi non mi hanno mai impensierito, ma hanno gettato fango sul paese. In giro per il mondo - ha continuato - non fa bene avere un presidente del Consiglio che in casa ha una magistratura addosso che lo accredita di 31 accuse. Tutto questo mi ha tolto un po' di serenità, ma non sono preoccupato». Quel che si è reso indispensabile, a detta del premier, «è una riforma della giustizia che separi gli ordini e abolisca i i partiti all’interno della magistratura, ormai diventato un organo politico che boccia le leggi impugnate dai giudici di sinistra».

Nel mirino del premier, ovviamente,
Gianfranco Fini, scherzosamente definito «co-affondatore» del Pdl. «Finalmente dopo un anno di critiche Fini se ne è andato. Finchè c’è stato lui non è stato possibile fare la riforma perchè c’era un patto tra lui e i magistrati che gli garantivano protezione, mentre lui garantiva a loro che non sarebbe mai passata dalla Camera una riforma della giustizia sgradita ai magistrati e che se ne sarebbe discusso solo quando Berlusconi non ci fosse stato più».

Ora «contro di me è in atto anche un attacco patrimoniale», ha continuato, riferendosi al risarcimento per il
Lodo Mondadori. I danni riconosciuti a De Benedetti, «tessera numero uno del Pd», che ammontano a 750 milioni di euro contro i 250 milioni di valore della maggioranza della casa editrice, sono una «rapina a mano armata», ha aggiunto.

Un'ora di discorso accorato che ha toccato anche altri tasti dolenti per tutto il Paese. La questione dell’immigrazione dal Nord Africa e la stretta economica sulle tasche della famiglia sono all’ordine del giorno per Berlusconi, che lancia un appello alla collaborazione all’Ue e assicura agli italiani l’introduzione del «quoziente familiare», «un aumento per chi figli non ne ha, a favore di chi figli ne ha».

1 commento:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

GUARDANDO QUESTA FOTO MI SONO DETTO: ECCO, CHI CREDE AL DIAVOLO - O DEMONIO CHE DIR SI VOGLIA - QUESTA E' LA FOTO CHE DOVREBBE TENERE SUL COMODINO PER NON DIMENTICARE MAI COM'E' FATTO O COME POTREBBE ESSERE FATTO.