sabato 9 aprile 2011

Dodici telefonate con Ruby Fede smentito dalle intercettazioni


di EMILIO RANDACIO

Lui giura e rigiura "di averla vista al massimo una volta", e per giunta anche "di sfuggita". "Non la conosco - spiegava Emilio Fede, riferendosi a Ruby Karima, nell'intervista rilasciata ad Annozero il 4 novembre scorso -. Lei stessa dice di non conoscermi". Il direttore del Tg4, nella sua ricostruzione a caldo, pochi giorni dopo la pubblicazione dei primi particolari sul Rubygate, davanti alla telecamera appariva sicuro: "L'ho vista una volta ad Arcore, forse".

Dodici telefonate Ruby-Fede
L'intervista non ha nessun valore processuale, certo, ma agli atti dell'inchiesta c'è una verità differente, che racconta di un contatto diretto e frequente, che Fede ha avuto proprio con la giovane marocchina. In uno spazio piuttosto ristretto, analizzato dal Servizio centrale operativo della Polizia, emerge che sono state ben 12 le telefonate tra l'utenza di Fede, il cui contratto è intestato alle "Reti televisive italiane" (gruppo Mediaset) sede "Largo del Nazareno, Roma", e quella di Ruby Karima El Mahroug. Nelle carte depositate nel processo principale che vede già a processo Silvio Berlusconi per concussione e prostituzione minorile, queste telefonate non vengono sviluppate. Certo il dato non combacia con la verità televisiva di Fede (la sua versione processuale non è ancora stata fornita). Il direttore, infatti, ad Annozero ripete solo "di aver intravisto Ruby una volta sola". Il quando, non riesce a fissarlo bene nella mente. Per la procura, invece, si tratta delle notti tra San Valentino 2010 e le due serate successive. A svelarlo, le tracce del suo cellulare, che convergono su villa San Martino, ad Arcore. La relazione dello Sco, però, colloca i 12 "contatti" tra Ruby e il direttore del Tg4 ben dopo quel 14 febbraio. Ovvero tra il 26 aprile e il 23 maggio, cinque giorni prima del fermo e del trasferimento della diciassettenne marocchina in questura.

Ruby-Silvio 23 volte
Un'altra incongruenza tra la verità raccontata dall'indagine dei pm milanesi e le dichiarazioni pubbliche degli indagati riguarda anche il premier. A fine ottobre, quando il Rubygate esplode sui giornali, il Cavaliere dichiara di non aver conosciuto la vera età dell'ospite che ha ricevuto per 14 volte nella sua residenza di Arcore fino al suo arresto in questura. Anzi, che quando lo scopre, decide di rompere ogni rapporto. Eppure, secondo quanto pubblica l'Espresso, nelle carte del processo a carico del Cavaliere la procura documenta addirittura 16 chiamate "dal cellulare di Karima verso la residenza di Arcore e verso Palazzo Grazioli a Roma nelle due settimane fra il 13 e il 27 settembre". In totale, dopo la movimentata notte dell'arresto di fine maggio 2010, le telefonate alle residenze presidenziali partite dal numero di cellulare della ragazza marocchina sono state addirittura 23 e si sono interrotte solo il 12 gennaio scorso, all'antivigilia delle perquisizioni disposte dalla procura di Milano nella Dimora Olgettina e nell'appartamento genovese della stessa Ruby. Tra l'altro Ruby stessa spiega che "io quando devo chiamare a lui, lui mi chiama a me, perché non posso chiamarlo. C'ha il suo numero privato e mi chiama lui".

Le convocazioni del premier
Analizzando solo il traffico telefonico "delle utenze in uso alle escort e agli indagati", recita l'informativa dello Sco del 31 gennaio scorso, tra migliaia di telefonate (escluse quelle a Ruby), se ne contano 22 in entrata o uscita dal portatile intestato allo stesso premier per contattare ospiti abituali delle sue serate arcoriane. I soggetti maggiormente contattati risultano essere Nicole Minetti, Barbara Faggioli, Marystell Polanco e Barbara Guerra.

Nell'imponente lavoro di ricostruzione effettuato dalla procura di Milano, emergono anche dettagli apparentemente poco comprensibili. Monitorando il traffico telefonico si scopre come, dal 10 agosto 2010, il cellulare "in uso a
Ioanna Visan", modella romena spesso ospite ad Arcore, "sarebbe stato ceduto al premier". La scoperta avviene confrontando la scheda telefonica con il numero identificativo del cellulare. La Visan, il 10 agosto, si priva dell'apparecchio, che dall'estate 2010, si convincono gli investigatori "è stato utilizzato con la scheda intestata al dottor Silvio Berlusconi, che risulta in contatto proprio con le ragazze attenzionate".

(09 aprile 2011)

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