lunedì 11 aprile 2011

Facebook fa bene alla memoria dei nonni


Collegarsi a Facebook un'ora al giorno ha un effetto benefico sulla memoria degli anziani. I social network piacciono agli over 65 e fanno anche bene. Secondo le stime diffuse durante il Congresso Nazionale dell'Associazione Italiana di Psicogeriatria (Aip) circa un milione e mezzo di anziani usano il noto social network per tenersi in contatto con parenti e amici e, grazie agli stimoli della rete, hanno minori disturbi di memoria e mantengono il cervello giovane più a lungo.

Facebook, Skype e YouTube possono essere al servizio anche degli anziani ospiti di Residenze Sanitarie Assistite: un progetto avviato in due case di riposo lombarde dimostra che internet facilita i contatti degli anziani con i loro familiari, migliorandone il benessere psicofisico. Vantaggi anche per i pazienti con disturbi cognitivi: vedere il volto di un proprio caro aiuta a migliorare la comunicazione.

Uno studio condotto in due Residenze Sanitarie Assistite italiane in provincia di Cremona e di Brescia, presentato in occasione del congresso, ha dimostrato che collegarsi quotidianamente a Facebook per un'ora ha un effetto benefico sulla memoria, la conserva attiva perché stimolata e migliora l'umore dei navigatori della rete dai capelli bianchi.

«Negli ultimi anni il numero di anziani che si sono avvicinati al Web è cresciuto dell'80 per cento - spiega Marco Trabucchi, presidente Aip - I dati mostrano che gli anziani rappresentano la fascia di utenti di internet cresciuta di più; basti pensare che oggi gli iscritti a social network come Facebook o MySpace con oltre 65 anni sono circa l'8 per cento del totale. Questo è in parte spiegabile perché si avvicina alla rete una quota sempre maggiore di anziani con un più elevato livello di istruzione. Quattro su dieci si sono fatti insegnare i segreti della rete dai nipoti: questo contribuisce a rinsaldare i rapporti, ma l'uso del Web ha innumerevoli altri benefici».

Gli anziani ricoverati possono accedere al web attraverso un computer portatile; periodicamente, inoltre, la pagina del gruppo viene proiettata a tutti gli ospiti. Gli anziani riferiscono di essere soddisfatti, di sentirsi meglio ed essere finalmente riusciti a stare maggiormente in contatto con i loro cari, uscendo dall'isolamento in cui di fatto molti si ritrovano una volta ricoverati nelle Rsa. «Facebook è diventata per loro una sorta di finestra sul mondo - aggiunge Trabucchi - E' stato necessario insegnare agli anziani l'uso pratico del computer e aiutarli a interpretare e rendere condivisibili messaggi ed emozioni».

3 commenti:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

ANZIANI CHE USIAMO IL WEB ESULTIAMO, SIAMO FORTUNATI SENZA AVERLO SAPUTO, ALMENO FINO AD ORA.

anna ha detto...

Mi chiedo se sia consentito l'uso indiscriminato della parola "anziano" come succede in questo articolo.
Non si potrebbe evitare di ripeterlo anche a sproposito.
Ed infine mi chiedo se a 65 anni ci si deve sentire anziani ad ogni costo.
Ma questi giornalisti pensano di rimanere sempre bloccati in quell'età di mezzo, prima di diventare anche loro "anziani"
Scusa l'invasione, Luigi, ma questa raffica di "anziano" mi ha dato sui nervi.
Un abbraccio

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Scusarti? E di che? Però io che ho 74 anni dico che l'età anagrafica spesso non coincide con quella biologica, almeno non del tutto! ;-)