I BIG AL GUADO, MA “RADIO PADANIA” VA ALL’ASSALTO DI BERLUSCONI. CROLLANO LE ROCCAFORTI VERDI
di Ferruccio Sansa
“La sconfitta si deve al signor Bossi”, fa l’ascoltatore. E il conduttore di Radio Padania taglia corto: “Signora si sbaglia, buonasera”. Dieci secondi netti, ma dicono molto dell’aria che si respirava ieri in via Bellerio. In questo palazzone alle porte di Milano che era la roccaforte dell’invincibile armata e adesso è un fortino sotto assedio. Qui si sono chiusi Bossi e i suoi fedelissimi in attesa dei risultati. Da qui, via etere, andava in onda il disagio di centinaia di militanti che si sfogavano per una sconfitta che inverte il moto della Lega: “Da vincenti siamo diventati perdenti”. Ma lontano dai microfoni i pezzi grossi della Lega, intanto, se ne stanno riuniti per decidere la strategia da adottare. Consapevoli di una cosa: dalle prossime dichiarazioni dipenderà la sorte del governo. Ma anche quella del Carroccio. Perché tutti ricordano quello che ha detto Bossi due settimane fa: “Non affonderemo con il Pdl”. Ma allora che cosa farà adesso la Lega, ammesso che sia ancora in tempo per scendere dalla barca? Roberto Maroni sembra legare i destini del Carroccio a quelli del Cavaliere: “Non credo che il risultato dipenda dall’azione di governo. È stata una sberla, serve una riflessione”. Però aggiunge: “O si dà un colpo d'ala, anzi di frusta, o si rischia di non dare una risposta al voto”.
MA LEGA e Cavaliere ormai sono uniti nella buona e nella cattiva sorte: “Non si reagisce alla sberla con la crisi o con alleanze strane, ma continuando con questa alleanza e con questo governo”. La barca, però, forse fa già acqua: qualcuno ricorda le dichiarazioni del prosindaco di Treviso, Giancarlo Gentilini, che ha ipotizzato un governo guidato da “Maroni o da Tremonti”. La parola d’ordine in via Bellerio è ammettere la sconfitta, non attaccare Berlusconi. Molti, però, si tolgono i sassolini dalle scarpe. Come Matteo Salvini, voce della Lega più popolare che era stato indicato come vicesindaco in caso di vittoria della Moratti. Salvo essere “trombato” prima del voto in favore di Roberto Castelli: “Abbiamo perso, ma alle ultime comunali milanesi il Pdl aveva preso 250 mila voti e oggi è passato a 170 mila, mentre
Non bastano gli scherzi dei conduttori per sdrammatizzare. Prima viene trasmessa Bandiera Rossa. Poi il conduttore prova a fare dell’ironia: “Benvenuti su Radio Padania Liberata, chi vi parla è stato autorizzato dal Soviet”. Ma c’è poco da ridere: vero, rispetto alle comunali di cinque anni fa, c’è stato un salto in avanti. L’anno scorso, però, alle regionali
Insomma, troppo facile prendersela con
IL BERSAGLIO numero uno è sempre lui: Berlusconi. Spesso con i toni forti della Lega: “Era impossibile vincere con
Ecco un leghista che chiama dalla Sicilia: “Paghiamo l’appiattimento su Berlusconi. Non c’è nessuno più centralista del Pdl. Con un leghista avremmo vinto a mani basse”. Ma Attilio Fontana, appena eletto sindaco di Varese, non sembra così ottimista: “È cambiato il vento. Sono l’ultimo dei Mohicani”.
3 commenti:
Questi non mollano l'osso, sono pronti a inventarsi di tutto. Gli eletti di sinistra non hanno solo comuni in deficit, gente disperata e urbanistica allo sfascio da rimettere in sesto, ma si troveranno insidie ben piazzate a ogni passo. La vedo nera, il cobra non è morto, speravo in coccole fulminante qualche ora dopo il risultato.
Il viale del tramonto potrebbe essere lunghissimo, chi pensava a un rapido tracollo di B. e del b. è stato troppo ottimista e un po' ingenuo. Anche se la stampa straniera ritiene e sostiene che B. è alla fine. Vedremo.
Concordo, troppo entusiasmo è deleterio. Si è avanzati solo di un passo, rispetto alla lunga strada di cretinaggine costruita da b&b, berlusconi-bossi, in tutti questi anni.
Posta un commento