domenica 15 maggio 2011

Liberiamoci della volgarità senza paura

ROMANO PRODI HA CHIUSO LA CAMPAGNA ELETTORALE DI MEROLA PARLANDO DA LEADER

Venerdì sera Romano Prodi a Bologna è salito sul palco dove Pier Luigi Bersani chiudeva la campagna elettorale di Virginio Merola. Accolto con grande entusiasmo ha fatto un discorso di orgoglio e di speranza, invitando non solo i bolognesi, ma tutti gli italiani a credere nel futuro. Un discorso autorevole che ancora una volta ha alimentato le illazioni su un possibile ritorno del Professore nella vita politica. Magari al Quirinale. Qui di seguito pubblichiamo un’ampia parte del suo intervento.

“Care amiche e cari amici, sono appena tornato a Bologna, ma non sono voluto mancare a questo grande, familiare appuntamento in questa piazza legata ai più bei ricordi della nostra vita politica, a tante numerose vittorie del centrosinistra, a tanti momenti di gioia, a tanti momenti che sono stati esemplari per tutto il paese. A tante vittorie che in altre piazze si sono a volte offuscate, ma che qui sono state sempre confermate. E che saranno confermate anche domenica prossima con la chiara vittoria di Virginio Merola. Una piazza che è il centro, il cuore della vita della città. Una città in cui vivo da 50 anni e alla quale con il passare degli anni mi sento sempre più profondamente legato. Una città che dovrà prendere grandi e importanti decisioni nella prossima legislatura e che ha bisogno di una maggioranza forte e chiara fin dal primo turno. Un’elezione decisiva dopo una campagna elettorale, a volte aspra, ma che salvo il momento di Alì e dei paragoni con la mafia, non ha mai toccato le punte di volgarità delle altre città, dove ha fatto direttamente la campagna Berlusconi. Perché dov'è arrivato ha portato una punta ulteriore di volgarità, la volgarità che è diventata la sua bandiera. Questa volgarità di cui sento la vergogna in tutti i paesi del mondo. Ed è una volgarità da cui dobbiamo riscattarci, perché essa colpisce la nostra dignità e soprattutto il nostro futuro. Il futuro di noi italiani, di tutti noi italiani. Ed è al futuro di Bologna e della sua immagine e del suo ruolo nel mondo a cui voglio pensare (...)

In questi giorni dicono le statistiche che nel mondo si arriva a 7 miliardi di persone. E qualcuno dirà che collocarsi nel mondo sia un atto di ambizione, un atto di follia per una città che ha circa 380 mila abitanti: quello che nella Cina può essere considerato un condominio. Ed è però questa la nostra sfida: la nostra sfida è proprio quella di misurarsi nel mondo. Di non avere paura, la paura che è il sentimento dominante di tutti, che ha corroso le radici del nostro paese. Mi ha colpito come sulla stampa straniera – la stampa italiana era un po' più distratta – nei giorni attorno al primo maggio quando è stato beatificato Papa Wojtyla abbiano riportato sostanzialmente una frase: non abbiate paura. Perché questo è quello che corrode la nostra società: la paura di perdere , la paura di essere sopraffatti. Noi non dobbiamo e non possiamo avere paura. Perché è sulla paura che la Lega sta fondando la sua campagna: altrimenti non si parla di Alì. Non si parla di Alì se non si ha paura. Paura della globalizzazione, paura degli immigrati, paura di tutto. Ricordatevi che con la paura si perde. Da quando il paese è governato dal matrimonio tra Berlusconi e la Lega, il paese non fa che registrare sconfitte.”

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