martedì 14 giugno 2011

"Siamo stufi di prendere sberle"

MARCO ALFIERI

Stufi di prendere sberle. Dopo il flop alle comunali ecco la disubbidienza referendaria alle parole del Capo. «Alle amministrative due settimane fa abbiamo preso la prima sberla, ora con il referendum è arrivata la seconda e non vorrei che quella di prendere sberle diventasse un’abitudine. Per questo domenica andremo a Pontida per dire quello che Berlusconi dovrà portare in aula il 22 giugno, visto che vorremmo evitare che, in quanto a sberle, si concretizzi il proverbio per cui non c’è il due senza il tre...».

Dopo il Maroni di Levico contro la «prudenza» di Giulio Tremonti sul fisco questa volta è il lealista
Roberto Calderoli ad alzare il tiro contro il premier. Lo fa in una nota stringata concordata con i vertici del Carroccio riuniti in via Bellerio. Clima pesto in sede. Poche battute che tradiscono tutto il nervosismo, la tensione e l’impotenza di un Carroccio in trappola. «Né aiutano le divisioni interne e la lotta Tremonti-Maroni in chiave post Berlusconi...», commenta una fonte.

In teoria ci sarebbe poco da aggiungere rispetto all’agenda Maroni anticipata a Levico e poi nell’intervista al Corriere («Serve la svolta su fisco, Libia e quoziente familiare, oppure c’è il voto») che
Umberto Bossi dal pratone di Pontida recapiterà tassativamente a Berlusconi, non fosse che il quorum di ieri rappresenta la conferma plastica di come il vento sia davvero girato. «Quando va a votare il 40% del nostro elettorato e il 45 del Pdl significa che la gente ha rotto la disciplina e non ti ascolta più», ammette preoccupato un colonnello leghista. Rischia di essere una questione di «facce e credibilità usurate ben oltre le ipotesi di rimpasto che circolano», immaginando di rasserenare gli animi con qualche poltrona. Questo è l’aspetto che più preoccupa una Lega incartata davanti alla tentazione di mollare Silvio e spingere per elezioni subito o una crisi al buio. Almeno fino alla verifica del 22 giugno.

Radio Padania è sempre un megafono interessante per tastare la pancia leghista. Ieri pomeriggio il bersaglio preferito delle telefonate era ovviamente «l’amico Silvio»: «Zaia ha votato quattro sì, adesso scarichiamo Berlusconi (sms non firmato)»; «ti prego, Umberto, molla Berlusconi che ci sta portando a fondo (Marco da Pordenone)»; «se la Lega vuole andare avanti, l’unica soluzione è che Berlusconi vada a Villa Certosa o dove vuole a fare il bunga bunga (Stefano da Bergamo)», e via così. In radio passa l’idea di un premier «zavorra», sulla scia delle parole di
Flavio Tosi («una parte dell’elettorato è andato a votare per dare un segnale al premier») e di Bossi («il Cavaliere ha perso la capacità di comunicare in tv»). L’alibi facile è scaricare sul premier tutta la colpa della débâcle al referendum. In fondo negli ultimi giorni i padani si sono lentamente smarcati. Bossi ha aperto sull’acqua e Cota e Zaia hanno votato sì sul nucleare (l’ex ministro anche sul legittimo impedimento).

Ma ieri la vera novità in radio sono stati i tanti messaggi contro la stessa Lega. Per Ambrogio da Milano i dirigenti del Carroccio «si sono ormai imborghesiti»; per Aldo da Como sono «degli scoppiati: non hanno saputo prendere una posizione netta nemmeno contro il nucleare»; Renzo da Pordenone, che si definisce «secessionista», racconta invece «di essere andato a votare perché credevo nei contenuti e perché voglio che Berlusconi e Bossi vadano a casa. La lega era partita bene, condividevo le sue idee, poi...». Mentre Claudio dalla Valcamonica promette che «dopo tanti anni» domenica non andrà a Pontida: «Tutta la nostra gerarchia, da Bossi in giù, si sono romanizzati: dicono una cosa e ne fanno un’altra. Sono pronto a combattere fino alla morte quando tornerà la vera Lega perché, avanti così, torniamo al 4%».

Proprio Pontida è il rovello di queste ore: incubo o speranza? «Sicuramente il referendum è un segnale. Adesso si tratta di rilanciare. All’appuntamento di Pontida, Bossi indicherà la linea da seguire», promette Cota. Sberle e coraggio, è il titolo di oggi de La Padania.

«Una
prima pagina ultimativa con Silvio, in vista di Pontida», proseguono da via Bellerio. Altrimenti appoggio esterno, governo tecnico, elezioni anticipate, divorzio dal Cavaliere? «Piano. Ascolteremo il 22 giugno le promesse di Berlusconi e poi vediamo se le mantiene...».

1 commento:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Le 'sberle' alla Lega, la faccia di Calderoli, i farfugliamenti di Bossi, il 'Bobo' pensiero.
Immaginate una goduria, un orgasmo infinito: non basta per descrivere le mie emozioni. Non ci speravo più!!!!