di MARIACHIARIA GIACOSA
VENTIDUE ANNI di lotta contro
ALTA VELOCITÀ
La versione attuale è però low cost con il doppio obiettivo di placare le proteste riducendo l'impatto e rendere affrontabili gli investimenti per le casse pubbliche. Saranno realizzati appena 28 chilometri sugli 81 previsti. Il resto dopo il 2023.
CANTIERI
Seicentomila metri quadrati di territorio sono destinati ai cantieri con oltre 17 milioni di tonnellate di materiali di scavo. Una cifra uguale alla quantità di zucchero esportata o a quella del riso prodotto Thailandia in un anno. Con la versione attuale spariscono però, almeno per dieci anni, i cantieri della basse valle e quello di Rivoli, vicino all'ospedale e nel mirino degli agricoltori. Per non intasare la viabilità locale è già previsto che il materiale di scavo sarà portato fuori solo attraverso i treni.
EUROPA
L'Europa contribuisce al 30% dei costi della tratta di confine: 2 miliardi di euro, di cui 671 già previsti, ridotti a 662 a dicembre per i ritardi accumulati sul progetto. Ma per mettere mano al portafoglio ha imposto in questi anni scadenze precise, puntualmente disattese. Aveva chiesto l'avvio del cantiere di Chiomonte nell'autunno del 2010. Inverno e tempi di approvazione del progetto hanno fatto slittare l'appuntamento con le ruspe al 31 marzo. Anche quella data però è andata buca.
Nuovo termine il 31 maggio, diventato poi 30 giugno. Scadenza centrata a metà: il cantiere è aperto, ma mancano la firma dell'accordo internazionale tra Italia Francia e l'approvazione del progetto. Solo allora l'Europa confermerà i fondi: mercoledì il banco di prova nel vertice bilaterale a Roma. I lavori a Chiomonte dureranno fino al 2015. Nel 2013 dovrà invece partire il buco per il megatunnel sotto le Alpi e i lavori finiranno nel 2023.
FRANCIA
Sono tre le discenderie gemelle di quella prevista a Chiomonte già realizzate in Francia, nella regione della Maurienne. Quattro milioni e mezzo di euro per le gallerie di Saint Martin del Porte,
INVESTIMENTI
NO TAV
Ventitrè comuni della Valle e migliaia di cittadini da anni si oppongono al supertreno. Nel 2005 nel mirino i rischi per la salute per amianto e uranio presenti nelle rocce. Oggi la battaglia si gioca soprattutto sui costi e sulle motivazioni dell'opera: "Uno scempio ambientale e uno spreco inaccettabile, in un momento in cui si chiede a tutti di tirare la cinghia". La linea ferroviaria è secondo i No Tav più che sufficiente ad assorbire il traffico perché oggi è sottoutilizzata e sarà saturata non prima del 2025-30".
SÌ TAV
Sarà un treno per Piemonte, Valle d'Aosta, Liguria, Paca e Rhone Alpes: 17 milioni di abitanti, un Pil da 500 miliardi, 1 milione e mezzo di imprese e scambi commerciali per 11 miliardi di euro.
(04 luglio 2011)
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