sabato 27 agosto 2011

PRESCRIZIONE, ULTIMO PRIVILEGIO DI CASTA



Perché è così facile uscire “puliti”

di Bruno Tinti

Così anche Penati è entrato nella Hall of Fame nostrana: anche lui è felicemente prescritto. Sarebbe andato in prigione perché reati ed “esigenze cautelari” c’erano; lo ha detto il Gip, condividendo le motivazioni del Pm alla richiesta d’arresto, sicché ci sono buoni motivi per pensare che sia proprio così.

E nemmeno si può dire che trattasi di giudici comunisti e che ci sia un complotto contro gli eletti dal popolo: Penati di sinistra è. C’è stata solo una piccola divergenza tra Pm e Gip. Secondo il Pm, Penati aveva costretto il costruttore Pasini a dargli le stecche (se vuoi lavorare mi devi dare una stecca; ma veramente. Ti ho detto: stecca o il lavoro lo fa un altro): concussione, da 4 a 12 anni, prescritta in 16 anni. Secondo il Gip, invece, Penati e Pasini si erano messi allegramente d’accordo (dai fammi lavorare e io ti do una stecca; ok ma che sia grossa): corruzione, da 2 a 5 anni, prescritta in 7 anni e mezzo. Le stecche sono state date fino al 2004; siamo a fine agosto 2011, dunque...

UNO NORMALE pensa: ma se Penati ha preso le stecche, che si tratti di concussione o di corruzione, non dovrebbe andare in galera? Chi se ne frega della prescrizione, delinquente è e delinquente resta. Lo si è scoperto tardi ma non è colpa di nessuno, Pasini adesso ha parlato. Proprio vero. Infatti, nei Paesi civili, quando si comincia il processo, di prescrizione non si parla più: oggi ti ho scoperto e oggi ti processo, potevi confessare prima e ti processavo 5, 10, 15 anni fa. Ma noi, che siamo più civili degli altri, la prescrizione continuiamo a farla marciare anche quando cominciamo il processo; il che produce tre risultati fantastici.

Primo. Siccome il processo si compone di indagini preliminari, udienza preliminare, giudizio in primo grado, giudizio in secondo grado e processo in Cassazione, è ovvio che è un po’ lunghetto: Angelino Alfano ha detto che lui aveva gli incubi per la durata del processo penale, in media 8 anni. Naturalmente, questa è la media. Un processo come quello di Penati, o del suo collega di Hall of Fame B., dura molto di più. Solo che un giudice non può dire “tanto questo processo non ce la facciamo a finirlo prima della prescrizione, inutile lavorarci su, chiudiamolo nel cassetto e chiasso finito”.

No, deve farlo comunque. Indagini, udienza preliminare, Tribunale, Appello; poi in Cassazione (B. insegna) tutto prescritto. Sudore, sangue e quattrini buttati dalla finestra. Con Penati è andata ancora bene, almeno ci siamo risparmiati processi inutili, la prescrizione era già maturata.

Secondo. Con questo sistema, nessuno che abbia un po’ di sale in zucca ricorre al patteggiamento. Imputato: “Accordiamoci su una pena piccolina e chiasso finito”. Pm: “Ok, ti toccherebbe il triplo o il quadruplo, ma almeno ci risparmiano un sacco di lavoro”. Ma perché uno dovrebbe accettare una pena, anche se piccolina, quando sa che bastano un po’ di soldi per gli avvocati e si prescriverà tutto, quindi manco un giorno si dovrà fare? Così, siccome già ci sono pochi processi, invece di risparmiarne qualcuno ne facciamo il doppio: tanto magistrati, soldi e tribunali ci escono dalle orecchie.

TERZO. Quando imputati sono i commendevoli appartenenti alla classe politica che ci ritroviamo, la tentazione di cambiare le regole è irresistibile: le leggi le facciamo noi, il Parlamento sovrano (veramenteB&c, poi il Parlamento asservito mette la croce dove gli dicono). Sicché diciamo che i termini di prescrizione sono dimezzati, sicuro che non ci condannerà più nessuno, non faranno a tempo. Adesso, fortunati come Penati, che manco gli comincia il processo, magari no; ma in Cassazione li freghiamo di sicuro.

E infatti, come tutti sanno, la legge 251/2005 (cd. ex Cirielli) ha dimezzato i termini. Prima la corruzione (il reato che il Gip ha detto che Penati ha commesso) si prescriveva in 15 anni; anche se il reato si scopriva tardi, come in questo caso, a mandarlo in prigione ce la si faceva ancora . Adesso, in 7 anni e mezzo, chi ce la fa? E nemmeno ce la si fa se un reato del genere si scopre subito: se anche Alfano dice che la durata media del processo è di 8 anni; e se il reato si prescrive in 7 e mezzo; è ovvio che si può delinquere impunemente.

PER ESSERE proprio sicuri che qualche giudice, lavorando di notte, non riesca a farcela, si sono inventati anche il processo lungo: voglio sentire 1547 testimoni; e tu giudice me li devi far citare tutti. Dici che così il processo dura 20 anni? Eh questa è la legge.

Chicca finale. Siccome controlliamo i mezzi d’informazione, e visto che in prigione non ci andiamo perché siamo prescritti, facciamo dire a tutti i nostri amici giornalisti (!) che B., Penati e altri C. sono stati assolti. Non è proprio vero, ma la gente ci crede. Così non solo questa gente delinque; non solo fa spendere soldi e tempo alla giustizia; non solo non va in prigione; ma, per la grande maggioranza dei cittadini, è anche innocente, vittima di giudici comunisti e di un sistema perverso che consente alla magistratura di sovvertire il consenso popolare.

Qui finisce che si diventa credenti per forza: nella giustizia divina.

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