sabato 27 agosto 2011

Se Bossi cade il Carroccio va in mille pezzi


ELISABETTA REGUITTI

Il giornalista Gad Lerner è solidale con Umberto Bossi che sta male e non solo per essersi fratturato il gomito. “Ora che non conviene più a Berlusconi lo trattano come lo scemo del villaggio, l’idiota della politica. Vigliaccamente si dissociano dalle sue affermazioni (quelle di sempre sulla secessione). Libero e Il Giornale scrivono delle preoccupazioni tra i padani per le sorti del partito. Detto questo la Lega ha fallito e rischia una fine ingloriosa”.

Il Senatùr non può o non vuole lasciare la guida del partito?

Non può. Venendo meno la mitologia di Bossi si materializzerebbe una devastante frantumazione. Il trionfo dei localismi e dei potentati municipali. Umberto Bossi sente di dover combattere l’ultima battaglia per la sopravvivenza della Lega, a cui mancano i fondamentali della democrazia e dunque nessuno può succedere al capo.

È in crisi il progetto Lega?
Il movimento non può essere governato se non con la parodia, l’aggressività e la volgarità di Bossi e di quelli che lo scimmiottano. Ma il punto centrale è che se quando si parla di Veneto “bianco” (riferito al sistema cattolico ndr.) o di Emilia “rossa” (quella delle Coop ) le persone sanno a cosa ci si riferisce. Non mi risulta che a Varese o a Treviso esista un sistema o un imprinting tale da identificare il “sistema Lega”. A eccezione della presunta invasione islamica. I leghisti hanno cavalcato l’11 settembre 2001 con quali risultati?

Finirà, come ha scritto lo studioso Gilberto Oneto, che “il capo cadrà con il suo drappello di figuranti e tutto si risolverà come una grande flatulenza”?
A Oneto riconosco la grande coerenza e libertà intellettuale di uomo della Lega che non ha accettato poltrone. Diciamo che Umberto Bossi è un uomo abbandonato a se stesso.

Il Fatto Quotidiano, 27 agosto 2011

1 commento:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Bene, noi li raccattiamo e li andiamo a buttare in discarica. E non se ne parli più!