La conferma arriva dal portavoce della Commissione europea: l'appuntamento è stato fissato "tenendo conto delle agende dei due leader". Il presidente del consiglio: "Ho dovuto farlo per colpa dell'opposizione e dei giornali"
E’ stato il governo italiano a chiedere l’appuntamento di domani a Strasburgo fra Silvio Berlusconi e il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso, che ha fatto saltare l’interrogatorio del presidente del Consiglio davanti ai pm di Napoli. Lo conferma un portavoce della Commissione: l’incontro “è stato chiesto la settimana scorsa dal governo italiano e fissato per martedì in funzione delle agende dei due leader. E’ sempre molto difficile trovare l’orario e la data giusta per questi appuntamenti a causa delle rispettive agende molto piene”.
La data di domani, aggiunge il portavoce, “era una delle poche disponibili per Barroso”. Alla domanda se
Il colloquio tra Berlusconi e Barroso avverrà domani alle 16 nella sede del Parlamento europeo di Strasburgo. Il presidente Berlusconi ha diffuso la sue versione sull’origine dell’impegno intervenendo stamattina su Canale 5: ”Grazie all’opposizione e ai giornali di sinistra si è creata attenzione su questa manovra e si è indotto l’Ue a pensare che il Governo volesse fare un passo indietro”. Si è quindi creata “la necessità, suggerita soprattutto dal vicepresidente Antonio Tajani e dal presidente del nostro gruppo a Strasburgo, Mario Mauro e da altri di confortare gli interlocutori europei per chiarire come invece fosse tutto il contrario”. E così “ho cercato di avere un appuntamento con Van Rompuy, Barroso, Buzek: non è stato possibile averlo oggi lunedì ma solo per domani, martedì”.
Il procuratore di Napoli Giandomenico Lepore ha risposto così ai cronisti che gli chiedevano quando sarebbe stato possibile interrogare Berlusconi: “Non lo so, oggi sarà sentito di nuovo Tarantini e andiamo avanti”.
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