giovedì 22 settembre 2011

“La nuove carte ci daranno regione: inchiesta nostra”



di Marco Lillo

La partita non è chiusa. E comunque non c’è stato nessun atto illegittimo e nessun accanimento. Secondo il Procuratore di Napoli Giandomenico Lepore il gip Amelia Primavera potrebbe rivedere la sua decisione di trasmettere a Roma l’indagine per estorsione contro Gianpaolo Tarantini e Valter Lavitola. Ed è giusto provarci.

Procuratore Lepore, perché insistete per mantenere l’indagine che vede parte lesa Berlusconi a Napoli dopo che il Gip ha detto chiaramente che la competenza è di Roma?

Noi pensiamo che sia possibile presentare un’istanza al Gip perché revochi la sua decisione. La questione è complessa, ma la Cassazione ci conforta con il suo orientamento. Ora restiamo in attesa di sapere cosa deciderà il Tribunale del riesame sulla libertà chiesta dagli indagati e aspettiamo la decisione del Gip sulla nostra istanza di revoca.

Ma cosa vi fa sperare che il Gip cambi idea?

Perché la decisione del Gip è stata assunta sulla base delle vecchie carte. Noi abbiamo depositato martedì scorso al tribunale del riesame molti elementi nuovi (400 pagine di verbali, intercettazioni e informative, ndr). Non li avevamo trasmessi al Gip perché ritenevamo di non dover discutere questa questione ora. Ecco perché ci sentiamo legittimati a sollecitare la revoca sulla base dei nuovi elementi. A nostro parere, alla luce delle nuove carte, non c’è certezza sul luogo di consumazione del reato. E quindi resta competente Napoli.

Il Gip Primavera sostiene che la certezza sul luogo di commissione del reato c’è perchè Berlusconi e la sua segretaria Marinella dicono che le consegne dei soldi agli emissari di Lavitola e Tarantini sono avvenute sempre a Roma

Noi invece riteniamo sulla base delle nuove carte che non è possibile stabilire il luogo di consumazione del reato. Non è che vogliamo tenere l’indagine perché ci piace. Esistono delle regole. Se non è certo il luogo dove è stato compiuto il reato e se, come in questo caso, gli indagati sono residenti in luoghi diversi, rimane il criterio della Procura che ha indagato per prima, cioè Napoli.

Nelle carte però c’è anche un altro fatto nuovo: il collaboratore di Lavitola, Fabio Sansivieri, dice di avere visto con i suoi occhi 200 mila euro in banconote da 500. Mentre la segretaria di Berlusconi e il premier hanno ammesso a verbale solo consegne per importi dieci volte più bassi. È possibile l’apertura di un’inchiesta per falsa testimonianza stavolta a Napoli?

Non precorriamo i tempi, andiamo passo per passo.

Il Pdl e persino il Corriere della sera vi criticano per gli atti fuori competenza, cosa risponde?

Noi non abbiamo fatto atti ‘impuri’, cioé fuori competenza. Non è come dice per esempio Antonio Polito. Vi ho già spiegato come funzionano i criteri per attribuire la competenza delle inchieste. Sono regole complesse che non tutti conoscono. Le assicuro che gli atti compiuti dalla Procura di Napoli sono stati fatti nella piena legittimazione applicando tutte le norme. Anche quelle sulla competenza.

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