giovedì 13 ottobre 2011

Bersani: «Ha fatto un discorso penoso»


«Ha fatto un discorso penoso sul piano politico e non ha risposto in nessun modo alle domande fatte dal Presidente della Repubblica». Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, commenta così le parole di Silvio Berlusconi alla Camera, alla vigilia del voto di fiducia. La strategia indicata dal premier per risolvere la bocciatura del rendiconto generale dello Stato, per Bersani «è un mezzuccio che non risolve la questione. L'unica via d'uscita sono le dimissioni del governo e noi rimaniamo su questa posizione». «Il nostro non è un Aventino - ha poi commentato via Twitter - ma un segnale chiaro di dissociazione contro la fiducia usata come tecnica di sopravvivenza». Quanto all'ipotesi di un esecutivo di transizione, il segretario democratico ha spiegato che «se si facesse un governo di destra, staremmo all'opposizione», tuttavia nel caso dovesse precipitare una crisi di governo «se si fa una transizione seria, un governo che affronti le emergenze e cambi la legge elettorale, siamo pronti a discuterne e a prenderci le nostre responsabilità».

Per Italo Bocchino, vicepresidente di Futuro e Libertà, l'intervento del presidente del Consiglio è stato invece «noioso, ripetitivo» e per dar forza al ragionamento ha sottolineato «sbadigli dello stesso Umberto Bossi». Berlusconi ha fatto «melina per mangiare il panettone e staccare lui la spina a gennaio guidando il passaggio elettorale», è convinto l'esponente finiano. «Non lo do per scontato ma è assai probabile - è la previsione di Bocchino - che domani il governo ottenga la fiducia, la carne è debole...». Il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro, ha invece giustificato la scelta di non essere in aula: «Mi rifiuto di ascoltare il discorso del premier che è la Vanna Marchi della politica». E quanto alle prospettive, ha sottolineato che «il governo non esiste più» e che per questo «ci vuole un voto popolare al più presto». Quanto all'eventuale governo di transizione, l'ex pm ha precisato: «Siamo disposti a questa opzione se ce lo chiede espressamente il capo dello Stato anche se preferiamo andare al più presto al voto».

Redazione Online
13 ottobre 2011

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