mercoledì 12 ottobre 2011

Il monito di Napolitano "Premier dica se può governare"


Giorgio Napolitano lo dice chiaro e tondo: "Berlusconi dica se la maggioranza può governare". E Berlusconi vuole rispondere con i numeri alle polemiche per la bocciatura dell'articolo dell'assestamento del bilancio 2010. Per questo si presenterà in tempi brevissimi, già oggi o al massimo domani, alla Camera e chiederà la fiducia sulla base di un discorso programmatico. E' quanto viene fuori dal vertice di maggioranza che si è svolto in serata a Palazzo Grazioli, residenza romana del premier. Il capogruppo al Senato, Maurizio Gasparri riassume: "Berlusconi è orientato a recarsi oggi alla Camera, immagino che ci andrà nel pomeriggio e su queste dichiarazioni si metterà la fiducia. Non credo che debba fare un ampio discorso. Prevedo un voto di fiducia domani".

Insomma la linea della maggioranza è chiara: "Solo un incidente di percorso, i numeri ci sono. Dimissioni? Non se ne parla". Non si deve confondere, questa la visione del premier, il voto su un provvedimento con i numeri della maggioranza. Un'analisi che il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi condivide: "Un infortunio non voluto da alcuno degli assenti anche se è un fatto politicamente rilevante da non sottovalutare che merita la verifica circa la capacità di questo governo di andare avanti".

Al premier, però, non sono infatti sfuggite le preoccupazioni del Colle circa la tenuta della maggioranza. Per questo, Berlusconi, avrebbe deciso di richiedere la fiducia: l'opposizione - è il ragionamento del premier - vuole legare strumentalmente il voto di oggi sul rendiconto del bilancio alla vita del governo. "Ma i numeri li abbiamo, li sbugiarderemo". Non c'è alternativa al nostro governo, avrebbe ribadito Berlusconi, nessuno riuscirà a mandarci a casa. "Completeremo il programma. Ottenuta la fiducia, a quel punto la Costituzione parla chiaro: se hai la maggioranza e hai i voti non ci sono altre strade, il governo va avanti e tutti se ne dovranno fare una ragione".

La linea dura, di presentarsi nuovamente davanti all'aula per chiedere un voto di fiducia, è stata condivisa da molti al vertice di maggioranza. Anche la Lega, viene riferito, avrebbe appoggiato la posizione del premier.

E per il suo intervento a Montecitorio, Berlusconi pensa di usare lo scudo della crisi economica. "Far cadere il governo in questo momento sarebbe da irresponsabili", questo il senso dell'intervento che il premier ha in mente.

Un piano, quello della maggioranza, che rischia però di scontrarsi con
Gianfranco Fini, visto che in molti temono un atteggiamento "ostruzionistico" del presidente della Camera. A cominciare dai tempi della "comunicazione politica": per Silvano Moffa, infatti, Berlusconi potrebbe andare in Aula entro domani, ma Fabrizio Cicchitto ricorda che i tempi dovranno essere stabiliti proprio con Fini.

Il non voto di Tremonti. Il governo è andato sotto alla Camera anche perché il ministro dell'economia non ha votato, rimanendo al margine dell'aula. Ma dalla maggioranza nessuno, almeno espressamente, lo mette alla gogna. Cicchitto sottolinea che dietro il mancato voto "non c'è alcun atto politico: stava lavorando e ha sottovalutato l'importanza del voto". A chi gli chiedeva quanto Tremonti pagherà questo errore, Cicchitto ha sgombrato il campo da possibili vendette politiche: "Qui non c'è da far pagar niente a nessuno. È stato solo un incidente come si può vedere se si analizzano le assenze".

La sorte del rendiconto. La legge di assestamento del bilancio è un'altra gatta da pelare per la maggioranza, che compatta slega il voto di oggi dalla tenuta del governo. E mentre sono attese le decisioni della giunta sul regolamento sul futuro del provvedimento,
Paolo Bonaiuti fa sapere che, per il governo, "il voto negativo sull'articolo 1 del rendiconto generale dello stato non è ostativo all'approvazione di tutti gli altri articoli del provvedimento stesso". Sulla stessa linea, il capogruppo di Popolo e Territorio al Senato, Pasquale Viespoli: "Per quanto ci riguarda la bocciatura dell'articolo 1, di cui ovviamente dobbiamo tenere conto, non cambia i contenuti del testo che sono presenti dall'articolo 2 in poi. Secondo noi potremmo, una volta corretto l'articolo 1 andare avanti con le votazioni sugli altri articoli. Ma come dicevo - ha aggiunto - occorre aspettare le decisioni della Giunta del regolamento". Sul tavolo, lascia intendere Viespoli, restano ancora le ipotesi di una riscrittura completa del provvedimento o eventualmente di un maxiemendamento.

(12 ottobre 2011)

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