sabato 5 novembre 2011

“Caro Gori, sei stato al centro dell’ascesa di B.”


di Marco Travaglio

Ringrazio Giorgio Gori per i toni civili della sua replica, ma soprattutto per i contenuti, densi di notizie succulente.

1) Il file delle “100 idee” di Renzi è uscito dal computer di Gori, che ha addirittura lasciato la presidenza di Magnolia per seguire Renzi, ma Gori non conta: è solo uno dei tanti.

2) Gori ha diretto tutte e tre le tv di Berlusconi, poi Canale5, poi Italia1, poi di nuovo Canale5 fino al 2001, dunque il periodo precedente, cioè i primi sette anni di carriera politica di B. spalleggiato smaccatamente dalle sue tre reti, non contano (“qualche stagione”). Caduti in prescrizione?

3) Gori considera la stessa cosa dirigere una e/o tre reti di B. presidente del Consiglio o capo dell’opposizione, come ha fatto lui, e fare un programma per le stesse reti di B., come fanno Ricci e Parenti e come hanno fatto Mentana, Santoro, Bignardi e Luttazzi. Io invece pensavo ingenuamente che chi fa un programma fosse responsabile solo del suo programma, mentre chi dirige una o tre reti fosse responsabile di tutto quel che mandano in onda quelle reti, compresi Sgarbi Quotidiani, Studio Aperto, altri telemanganelli e campagne “Vietato vietare” (capitanate peraltro dal piduista Costanzo, che Gori cita come fosse Che Guevara).

4) Da quando ha lasciato Mediaset, nel 2001, Gori non ha più potuto collaborare con Mediaset “perché non particolarmente gradito alla casa”, a parte “la produzione Camera Cafè e un paio di fiction”, cioè ha continuato a collaborare con Mediaset: perché particolarmente gradito alla casa?

5) Gori, studente al liceo Sarpi di Bergamo, era su posizioni conservatrici con la lista Azione e Libertà, collocata fra Pli e Pri, e naturalmente ciò va a suo onore. Se lui vede in una nota di cronaca una terribile critica, non so che farci.

6) Gori non ha mai conosciuto Craxi. E chi ha scritto il contrario ? Quando si spostò su posizioni craxiane, Gori andò a lavorare a TeleBergamo e poi confluì nel gruppo Fininvest, dove il padrone era craxiano e tutti i direttori di tg socialisti. Evidentemente dirigeva una tv craxiana sebbene fosse craxiano. E, sebbene Craxi vi fosse di casa, non gli capitò mai di incrociarlo. Pura sfortuna.

7) Nel ’94 Gori, direttore di Canale5, era “contrario all’uso politico della tv”: purtroppo le star della sua tv fecero campagna elettorale per Forza Italia, ma delle due l’una: o lui era molto distratto e non se ne accorgeva, oppure per sette anni fece dei cazziatoni tremendi a chi trasformava Canale5 nell’house organ di Forza Italia, ma nessuno se lo filò.

8) Nel ’94 Gori “interruppe i rapporti con B.”, tranne il 28 del mese, quando ritirava lo stipendio. Nel ’95 però rivendica di essere stato “in prima linea nella campagna contro i referendum che avrebbero strozzato” e addirittura “ucciso Mediaset”. Chi invece pensava che quei referendum fossero finalizzati al rispetto della sentenza della Corte costituzionale del '94 che imponeva a Fininvest di ridurre il numero di reti in base a un principio antitrust vigente in tutte le democrazie occidentali, si vergogni e arrossisca. Chissà che ne pensa Renzi, in proposito.

9) Sono felice che alla Leopolda qualcuno abbia parlato anche di mafia (io peraltro mi riferivo al fatto che non ne han parlato i personaggi più rappresentativi della convention renziana). Mi auguro che abbiano parlato anche di Dell’Utri, numero tre del gruppo di cui Gori ha fatto parte per 16 anni combattendolo dall’interno, e soprattutto in silenzio. O forse a sua (e nostra) insaputa.


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