sabato 17 dicembre 2011

La Camera approva la manovra Monti: "Non mi sento disperato"




Via libera dell'Aula della Camera alla manovra, dopo che questa mattina il governo ha incassato la fiducia sul provvedimento. I voti a favore sono stati 402, i voti contrari 75, le astensioni 22. Il decreto passa ora all'esame del Senato per l'ok definitivo entro Natale. «Sento che tutti abbiamo a cuore lo stesso obiettivo: operare per il bene dell'Italia. Se tutti faremo il nostro dovere, se continuerà il senso di responsabilità diffuso e consapevole che ho percepito, non ho dubbi che l'Italia si salverà». Ne è certo il premier Mario Monti che in serata a Montecitorio ha incassato la fiducia. Il governo però è stato battuto però su un ordine del giorno presentato dalla Lega volto ad introdurre una detrazione speciale sull'Imu prima casa quando sia presente in famiglia un soggetto disabile: l'esecutivo aveva dato parere contrario, l'Aula ha invece approvato.

Duello a distanza, senza riferimenti espliciti, tra il presidente del Consiglio e il suo predecessore a Palazzo Chigi
Silvio Berlusconi. Monti alla conclusione del suo intervento ha svolto una riflessione più "personale" negando di essere disperato come ha letto dai titoli di oggi dei giornali che riportavano le frasi del Cavaliere. «Ho fatto un rapido esame di coscienza e per un attimo mi sono sentito colpevole perché non mi sento assolutamente disperato - ha replicato al leader del Pdl - poi svegliatomi un po' meglio e avendo riflettuto un po' di più, quella parvenza di colpevolezza è svanita del tutto perché non ho nessun motivo di disperazione».

Lo sforzo fatto dal governo e dal parlamento, ha affermato il professore con trasparente riferimento alla Lega Nord protagonista in Aula di ripetute contestazioni, «ci ha aiutato a riflettere meglio». Il presidente del Consiglio, insomma, ha difeso le norme
"salva-Italia" e ha esaltato il lavoro dei partiti, consapevole che il cammino da percorrere è ancora lungo. Tanta attenzione nell'elogio del «gioco di squadra», anche perché «un'Italia con i conti pubblici a posto farà sentire con più forza sua voce in Europa - ha continuato Monti - e dovrà lavorare l'obiettivo di preservare la moneta comune, ricostruendo la serenità sui mercati finanziari».

Il rischio, dunque, rimane massimo, soprattutto dal momento che l'Ue è «carente per quanto riguarda la politica comunitaria di crescita e sviluppo». Sarà questa l'ultima manovra di sacrifici? «Lo spero, dipenderà dal comportamento di tutti noi, dei cittadini in quanto produttori-contribuenti-consumatori, delle imprese, da chi sottoscrive i titoli di Stato, dalla nostra capacità di presentarci uniti e credibili ai mercati», ha risposto Monti, che ha dato un'indicazione su quanto c'è ancora da fare: le liberalizzazioni da proseguire, quelle nella manovra «sono solo un inizio»; la "fiscalità occulta" da combattere perché «alcuni cittadini gravano con extraprofitti sulla posizione» degli altri; il mercato del lavoro da riformare per «per favorire l'ingresso di giovani e donne, risorse sprecate».

Lunghi applausi da parte dei deputati del Pd e del Terzo Polo, fischi da stadio dai banchi della Lega che continua la sua opposizione, soprattutto dopo le dichiarazioni di oggi di un laconico
Umberto Bossi, il quale ha risposto «Ma siete matti?» ai cronisti che gli chiedevano se il governo Monti arriverà fino al 2013, termine naturale della legislatura. Immobile il Pdl, Berlusconi compreso.

E mentre alla Camera andava in scena l'ultimo atto dell'iter parlamentare della manovra economica, Giorgio Napolitano è tornato a lanciare nuovi moniti sulla crisi economica, senza mancare di sottolineare però che con questo esecutivo l'Italia è sulla strada giusta per «salvare l'euro». La crisi in Europa è «ancora grave», ha detto il presidente della Repubblica parlando alla conferenza degli ambasciatori alla Farnesina. Dunque, tutti si rimbocchino le maniche: l'allarmante quadro finanziario chiede sacrifici «anche ai ceti meno abbienti», ha sottolineato il capo dello Stato questa mattina nel messaggio diffuso in occasione della raccolta fondi Telethon.

Dopo il disco verde della Camera il provvedimento passerà al Senato per la seconda lettura. Palazzo Madama dovrebbe licenziare definitivamente il testo senza modifiche entro il 23 dicembre. Molte le modifiche apportate al testo del governo nel passaggio del decreto nelle commissioni Bilancio e Finanze della Camera. In particolare: le pensioni potranno essere rivalutate al 100% fino a 1.400 euro, arrivano detrazioni per le famiglie numerose sull'Imu sulla prima casa, il tabacco sfuso sarà più caro, cambia la tassa sugli “scudati”, scattano mini-patrimoniali sugli immobili e le attività finanziarie all'estero, si frena sulla vendita dei farmaci nelle parafarmacie, e viene introdotto un tetto sugli stipendi dei manager pubblici.

1 commento:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Che dire, speriamo non ci arrivi lui al 2013, anche se la Lega sembra avere le armi spuntate.
E i giornalisti dovrebbero creare intorno a lui un be cono d'ombra, tanto quello bofonchia e sputazza e basta.