di Furio Colombo
La colpa è del più debole. Il debole che ingombra l’ufficio
postale per avere la pensione in contanti perché non sa come incassare gli
assegni (anche se il sistema è comodissimo per la banca).
La colpa è del precario che petula per avere uno straccio di
ammortizzatore sociale che lo porti a sopravvivere senza passare per la
Caritas.
La colpa è del lamentoso cinquantenne che è stato appena
licenziato, per ragioni che riguardano non lui e il suo lavoro ma il bilancio
dell’impresa venduta e rivenduta fino a perdere il nome del proprietario. A
lui, quasi lo stesso giorno, è stato detto che andrà in pensione alcuni anni
più tardi, così da esporlo all’inconveniente fastidioso di restare senza lavoro e senza pensione non dieci ma quindici
anni.
Tutto ciò per il bene del Paese. Infatti in alto, sulle colline
del privilegio, si accampano i lavoratori che hanno ancora un contratto e gli
anziani esosi che, dopo quarant’anni di lavoro e di contributi (cifre
immense per milioni di persone, che qualcuno avrà pure investito) sono dei
parassiti della vecchia pensione e anzi, cari miei, la stanno sottraendo ai
giovani, che pensioni così non ne vedranno mai più.
Circolano infatti piccole cifre per far sapere ai giovani, che
intanto nessuno assume, quanto piccola sarebbe – a confronto con i vecchi – la
loro pensione se mai avessero un lavoro continuativo. Quanto ai sindacati, che
sono il vecchio che torna, al massimo li vediamo un quarto d’ora ciascuno, ma
tutti insieme mai, perché sarebbe concertazione, una cosa da evitare come la
pornografia.
Intanto
si allarga lo “spread” tra Italia e Germania. Serve a dire che un Paese che ha
forti sindacati, operai nei consigli di amministrazione e salari doppi, è molto
più affidabile di un Paese che considera il licenziamento rapido la vera
soluzione, e consiglia con autorità a ciò che resta di vivo nel sindacato di
abbassare i toni.
Ecco dove cade – per bene intenzionata che sia – tutto il peso
della manovra.
1 commento:
Grande giornalista e politico di razza FURIO COLOMBO, alla cui penna dobbiamo degli sprazzi illuminanti di verità, la parresia, la verità ad ogni costo di cui scrive Barbara Spinelli. Questo articolo è più illuminante di un saggio di sociologia perché racchiude in poche battute verità scomode e da tacere agli elettori.
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