giovedì 5 gennaio 2012

Governo, intervenire spetta solo a Camere su indennità "non ci sono poteri sostitutivi"





Sui trattamenti economici dei parlamentari la competenza è delle Camere. "Non esistono poteri sostitutivi" del governo in materia. A puntualizzare è palazzo Chigi con una nota dopo la giornata di polemiche di ieri e l'incontro tra il premier Mario Monti e il presidente dell'Istat, Enrico Giovannini, che ha guidato la commissione incaricata  del confronto con le retribuzioni degli eletti in altri sei Paesi europei.

"In relazione al titolo di un quotidiano secondo il quale, in caso di inerzia del Parlamento in merito ai trattamenti economici dei senatori e dei deputati, interverrebbe il governo, la presidenza del Consiglio fa sapere che la competenza appartiene alle Camere e non esistono poteri sostitutivi in materia", si legge nella nota del governo.

Dopo l'incontro di ieri con Giovannini , Monti aveva dichiarato che il governo avrebbe tenuto "conto dei risultati della commissione per le successive determinazioni di propria competenza". Ma per il presidente della commissione ora resta da capire se i dati forniti sugli stipendi dei parlamentari bastino a prendere decisioni per i tagli. "La commissione è composta da esperti, anche internazionali, che non hanno interessi particolari in questa questione e sono al servizio dello Stato e hanno fatto del loro meglio. E' stato un lavoro di tipo tecnico. La legge ci imponeva una scadenza, noi l'abbiamo rispettata pubblicando quello che ritenevamo pubblicabile ancorché, come alcuni giornali hanno correttamente riportato, con una serie di note metodologiche molto dettagliate", ha spiegato Giovannini ai microfoni di Radio 24.

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"Il punto è se queste informazioni possano essere sufficienti, parliamo dei parlamentari, per assumere delle decisioni. Noi crediamo che, al di là del fatto di calcolare una media aritmetica ponderata come dice la legge, che deve essere calcolata su dati perfettamente comparabili, le informazioni fornite possano essere di ausilio a chi deve prendere decisioni.
I dati sono sufficienti non solo per dibattere nella pubblica opinione ma anche per prendere decisioni da parte di chi queste decisioni le deve prendere", ha concluso.

Dopo l'incontro con il premier Monti non sono arrivate da Giovannini ulteriori indicazioni sulla strada da seguire: "Non è semplice arrivare al 'numeretto magico' per stabilire qual è la media europea", ha spiegato. Ma "questo non è il nostro compito, noi dobbiamo fornire i dati di base e calcolare le medie retributive degli altri Paesi. Cosa che, per ora, non abbiamo fatto perché ci sono così tante differenze e variabili che in alcuni casi è addirittura rischioso ipotizzare tetti retributivi", ha concluso il presidente della commissione.

Le reazioni dei parlamentari sulla questione però non si placano. Dopo le ultime due giornate di polemica , oggi il senatore Pdl
Raffaele Lauro, ha annunciato una "nuova e più dettagliata interrogazione urgente al presidente del Consiglio sui potenziali conflitti di interesse di alcuni ministri, viceministri e sottosegretari". Per Lauro "la questione della trasparenza, al fine di prevenire conflitti di interessi, costituisce una regola fondamentale delle democrazie occidentali". Dall'ufficio di presidenza del Pdl, Gianfranco Rotondi aggiunge come sia "necessario tornare al mandato parlamentare gratuito per tagliare le unghie ai poteri forti che soffiano sulla campagna anticasta. Si vuole un popolo contro il parlamento per non rischiare un parlamento contro le cose che si stanno progettando".

(05 gennaio 2012)

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