Wulff telefona alla
“Bild” per censurarla La stampa tedesca vuole le dimissioni
Il presidente tedesco Christian
Wulff ha riconosciuto che “la telefonata al caporedattore della Bild è stata ‘un grave errore’: ho
chiesto scusa e le scuse sono state accettate”. Il cancelliere Angela Merkel poche ore prima aveva
esortato il capo dello Stato a fornire spiegazioni. Con le scuse non sono
arrivate le dimissioni, che gran parte della stampa tedesca adesso chiede.
Comincia a sfaldarsi il fronte di coloro che
ancora appoggiavano il presidente Christian Wulff. Dopo la campagna di stampa
per il prestito privato a condizioni di favore ottenuto dall’imprenditore Egon Geerkens, Christian Wulff ha
compiuto un altro grosso scivolone telefonando al direttore della Bild e al
presidente della casa editrice proprietaria del quotidiano per impedire
l’uscita di un articolo che avrebbe potuto danneggiarlo.
Le telefonate hanno avuto luogo il 12
dicembre, ma la notizia è diventata di dominio pubblico solamente un paio di
giorni fa. Tutto è cominciato con un pezzo della Bild nel quale si diceva che
Wulff aveva ricevuto un prestito di 500 mila euro dalla moglie di Egon Geerkens
quando era ancora governatore della Bassa Sassonia. Successivamente, per la
precisione nel febbraio 2010, aveva mentito dinanzi a una commissione
parlamentare che gli aveva chiesto se era in affari di qualsivoglia natura con
i Geerkens.
Come non bastasse, Die Welt ha fatto sapere
che Wulff era intervenuto anche l’estate scorsa per impedire la pubblicazione
di un articolo del Welt am Sonntag.
In quella circostanza aveva convocato al palazzo Bellevue, sua residenza
ufficiale, uno degli autori dell’articolo minacciando “conseguenze pubbliche e
sgradevoli”. Die Welt non ha reso noto il contenuto dell’articolo. Stando a
voci autorevoli e a fonti riservate, ma attendibili, l’articolo riguardava la
famiglia, la sua difficile infanzia e la sorellastra. Prima di Natale,
quando Wulff ha ammesso di non essere stato “chiaro” riguardo al prestito,
l’impressione era che, malgrado le critiche, non avrebbe dato le dimissioni.
Ora però la sua posizione è molto meno solida in quanto gli sta venendo meno
anche l’appoggio del partito di Angela Merkel. Il silenzio degli ultimi due
giorni dei suoi alleati è stato assordante. Sempre più tiepidi nei suoi
confronti anche gli esponenti della Cdu della Bassa Sassonia. “Mi hanno
telefonato molti esponenti del partito. Tutti hanno avuto parole di biasimo per
il comportamento di Wulff”, ha detto Karl-Heinz
Klare, vice presidente del gruppo parlamentare della Cdu.
Nel frattempo, dopo le pressioni di chi voleva
che Wulff facesse una pubblica dichiarazione per spiegare come sono andate
le cose (arrivata insieme alle scuse), adesso c’è chi aspetta le dimissioni del
presidente, che sarebbero un duro colpo per la Merkel e per le istituzioni. È
stata proprio il cancelliere Merkel a proporre Wulff per la carica di
presidente e spetterebbe a lei indicare il successore. È l’ultima cosa che
Angela Merkel poteva augurarsi all’inizio di un anno che si prospetta difficile
per l’economia tedesca e per l’euro. Negli ultimi giorni i quotidiani tedeschi
– compresi quelli conservatori – hanno scritto a chiare lettere che Wulff non è
più idoneo a ricoprire la carica di presidente della Germania. Svolgendo il
capo dello Stato un ruolo prevalentemente rappresentativo, la credibilità è la
prima e la più importante delle qualità richieste. Il predecessore Horst Köhler si dimise per una gaffe
sulla presenza militare in Afghanistan solo un anno e mezzo fa.
E, infatti, è proprio la credibilità di Wulff
che ha toccato i minimi storici come sottolinea il quotidiano conservatore Die Welt: “In una società democratica
un presidente che dichiara di difendere la libertà di stampa salvo tentare
di soffocarla quando gli fa comodo, sembra assolutamente fuori posto. Chi, come
il presidente Wulff, cerca di impedire ai giornalisti di pubblicare le notizie,
non ha una visione democratica della società”.
Gli fa eco il conservatore Frankfurter Allgemeine Zeitung secondo cui
il comportamento di Wulff “è quello di un presidente uscito di senno, che altro
si può pensare di un capo di Stato che minaccia con parole inaccettabili un
giornale e una casa editrice?”.
Ancora più dure le reazioni della stampa di
sinistra. “Il misto di ingenuità e faccia tosta di Wulff è stupefacente” scrive
il quotidiano Suddeutsche Zeitung.
Ancora più graffiante il commento di Die
Tageszeitung: “Con queste telefonate Christian Wulff ha perso ogni residua
credibilità. Wulff si è comportato come un sindaco di provincia che pensa di
poter dire al giornaletto locale cosa deve scrivere e cosa non deve scrivere”.
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