giovedì 5 gennaio 2012

LA MALEDIZIONE DEL PRESIDENTE DI GERMANIA




Wulff telefona alla “Bild” per censurarla La stampa tedesca vuole le dimissioni

Il presidente tedesco Christian Wulff ha riconosciuto che “la telefonata al caporedattore della Bild è stata ‘un grave errore’: ho chiesto scusa e le  scuse sono state accettate”. Il cancelliere Angela Merkel poche ore prima aveva esortato il capo dello Stato a fornire spiegazioni. Con le scuse non sono arrivate le dimissioni, che gran parte della stampa tedesca adesso chiede.
   Comincia a sfaldarsi il fronte di coloro che ancora appoggiavano il presidente Christian Wulff. Dopo la campagna di stampa per il prestito privato a condizioni di favore ottenuto dall’imprenditore Egon Geerkens, Christian Wulff ha compiuto un altro grosso scivolone telefonando al direttore della Bild e al presidente della casa editrice proprietaria del quotidiano per impedire l’uscita di un articolo che avrebbe potuto danneggiarlo.
   Le telefonate hanno avuto luogo il 12 dicembre, ma la notizia è diventata di dominio pubblico solamente un paio di giorni fa. Tutto è cominciato con un pezzo della Bild nel quale si diceva che Wulff aveva ricevuto un prestito di 500 mila euro dalla moglie di Egon Geerkens quando era ancora governatore della Bassa Sassonia. Successivamente, per la precisione nel febbraio 2010, aveva mentito dinanzi a una commissione parlamentare che gli aveva chiesto se era in affari di qualsivoglia natura con i Geerkens.
   Come non bastasse, Die Welt ha fatto sapere che Wulff era intervenuto anche l’estate scorsa per impedire la pubblicazione di un articolo del Welt am Sonntag. In quella circostanza aveva convocato al palazzo Bellevue, sua residenza ufficiale, uno degli autori dell’articolo minacciando “conseguenze pubbliche e sgradevoli”. Die Welt non ha reso noto il contenuto dell’articolo. Stando a voci autorevoli e a fonti riservate, ma attendibili, l’articolo riguardava la famiglia, la sua difficile infanzia e la sorellastra. Prima di Natale, quando Wulff ha ammesso di non essere stato “chiaro” riguardo al prestito, l’impressione era che, malgrado le critiche, non avrebbe dato le dimissioni. Ora però la sua posizione è molto meno solida in quanto gli sta venendo meno anche l’appoggio del partito di Angela Merkel. Il silenzio degli ultimi due giorni dei suoi alleati è stato assordante. Sempre più tiepidi nei suoi confronti anche gli esponenti della Cdu della Bassa Sassonia. “Mi hanno telefonato molti esponenti del partito. Tutti hanno avuto parole di biasimo per il comportamento di Wulff”, ha detto Karl-Heinz Klare, vice presidente del gruppo parlamentare della Cdu.
   Nel frattempo, dopo le pressioni di chi voleva che Wulff facesse una pubblica dichiarazione per spiegare come sono andate le cose (arrivata insieme alle scuse), adesso c’è chi aspetta le dimissioni del presidente, che sarebbero un duro colpo per la Merkel e per le istituzioni. È stata proprio il cancelliere Merkel a proporre Wulff per la carica di presidente e spetterebbe a lei indicare il successore. È l’ultima cosa che Angela Merkel poteva augurarsi all’inizio di un anno che si prospetta difficile per l’economia tedesca e per l’euro. Negli ultimi giorni i quotidiani tedeschi – compresi quelli conservatori – hanno scritto a chiare lettere che Wulff non è più idoneo a ricoprire la carica di presidente della Germania. Svolgendo il capo dello Stato un ruolo prevalentemente rappresentativo, la credibilità è la prima e la più importante delle qualità richieste. Il predecessore Horst Köhler si dimise per una gaffe sulla presenza militare in Afghanistan solo un anno e mezzo fa.
   E, infatti, è proprio la credibilità di Wulff che ha toccato i minimi storici come sottolinea il quotidiano conservatore Die Welt: “In una società democratica un presidente che dichiara di difendere la libertà di stampa salvo tentare di soffocarla quando gli fa comodo, sembra assolutamente fuori posto. Chi, come il presidente Wulff, cerca di impedire ai giornalisti di pubblicare le notizie, non ha una visione democratica della società”.
   Gli fa eco il conservatore Frankfurter Allgemeine Zeitung secondo cui il comportamento di Wulff “è quello di un presidente uscito di senno, che altro si può pensare di un capo di Stato che minaccia con parole inaccettabili un giornale e una casa editrice?”.
   Ancora più dure le reazioni della stampa di sinistra. “Il misto di ingenuità e faccia tosta di Wulff è stupefacente” scrive il quotidiano Suddeutsche Zeitung. Ancora più graffiante il commento di Die Tageszeitung: “Con queste telefonate Christian Wulff ha perso ogni residua credibilità. Wulff si è comportato come un sindaco di provincia che pensa di poter dire al giornaletto locale cosa deve scrivere e cosa non deve scrivere”.

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