giovedì 5 gennaio 2012

Tutte le inutili armi che l'Italia si ostina a comprare




ANTONIO DI PIETRO

Meglio tardi che mai. Alla fine anche la grande stampa e qualcun altro si sono accorti di che scandalo insopportabile siano i miliardi di euro che buttiamo in spese militari. Soprattutto se si pensa che per il Servizio civile nazionale i fondi sono precipitati dai circa 170 milioni del 2010 ai 68 del 2012. Così tanti ragazzi e tante ragazze, che potevano essere impegnati in lavori sociali utili al Paese, rimarranno a casa.

Noi dell'Italia del Valori denunciamo quest’assurda situazione da mesi, ma ancora qualche settimana fa, quando il ministro della Difesa ammiraglio De Paola ha detto che a tagliare le spese militari non ci pensava proprio, nessuno tranne noi aveva fiatato.
Adesso è lo stesso ministro ad ammettere che anche per le Forze armate ci vorrebbe un po' d'austerità. Purtroppo, però, alle sue belle parole è probabile che seguano pochi fatti.

Il ministro, infatti, vorrebbe risolvere il problema licenziando. Con 40-50mila militari in meno ci sarebbe un bel risparmio. Glielo va a spiegare lui, poi, a quelle decine di migliaia di persone e alle loro famiglie come sopravvivono una volta che saranno rimasti senza stipendio. Comunque lui stesso ha poi aggiunto che quei licenziamenti sono impossibili. Per fortuna, diciamo noi.

Quello che, invece, il ministro non vuole fare assolutamente è tagliare le spese per le armi. Abbiamo ordinato 131 caccia bombardieri F-35. Sono gli aerei da guerra più cari del mondo. Ci dovrebbero costare 15 miliardi di euro ma è sicuro che la spesa aumenterà di moltissimo.

Costano così tanto che persino Israele, che della guerra deve preoccuparsi sul serio, ha sospeso l'ordinazione. A noi non servono a niente, ma ce li compriamo lo stesso.

Ci compriamo anche una portaerei di stralusso, costo un miliardo e mezzo, più duecentomila euro per ogni giorno di navigazione e centomila per ogni giorno in porto. Poi ci sono dieci nuove fregate. Costo 10 miliardi di euro.

Ma tutte quelle inutili armi non si possono toccare, ha detto il ministro, e si capisce perché: è stato lui a ordinarle, prima di diventare il primo militare ministro della Difesa dai tempi di Pietro Badoglio.

Il presidente del consiglio Mario Monti ha oggi il dovere di imporre anche al ministro della Difesa e alle Forze armate uno stile un po' più sobrio: ingenti tagli al settore delle armi, come fa con i lavoratori, i pensionati e la povera gente

Nessun commento: