Quelli sicuramente in salvo e quelli che "forse, vedremo". Sono 11.500. Preso per buono il numero di 17.500, restano sei mila lavoratori e lavoratrici ballerine. Di questi seimila, 3.250 sono da "rioccupare", gli esuberi che il governo promette di seguire passo-passo con cassa integrazione. Ne restano 2.750 ballerini ma "senza problemi" secondo il governo perchè riassorbiti subito da ditte esterne alla nuova Alitalia ma che lavoreranno per la nuova compagnia. Si tratta di 700 addetti ai call center e alla information technology, di 1.600 addetti alla manutenzione ordinaria e di 400 addetti al settore cargo. Secondo Sacconi i più a rischio sarebbero i 700 dei call center, gli altri "offrono servizi strategici ed essenziali alla vita di una compagnia aerea", come dire che sarà molto facile trovare loro un posto. ma non c'è certezza. Ecco perchè alla fine potrebbero essere anche seimila i veri esuberi della morte di Alitalia. E sempre che i dipendenti siano veramente 17.500.
Il tavolo riprende lunedì mattina (ore 10), sempre in via Flavia. Il sindacato degli assistenti di volo (Avia) parla di "possibile rottura". Oltre alla riduzione della flotta, accusa Antonio Divietri, "saremo costretti, in numeri ancora superiori, a dover accettare per lavorare di trasferirsi in un'altra città, a causa della incomprensibile decisione di cancellare il 75% dell'attività intercontinentale da Roma". Eh già, anche questo spunta dal piano Cai: addio Fiumicino, bentornata Malpensa e Linate un city-airport per il servizio navetta con la capitale.
1 commento:
Indovinate l'ombrello di Altan dov'è inesorabilmente fino !
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