mercoledì 6 aprile 2011

Consulta, il Pdl all’assalto della Presidenza


Alla Corte costituzionale ci sarà un nuovo presidente e anche un nuovo giudice, prima della decisione sul conflitto di attribuzioni di poteri, sollevato ieri dalla Camera contro la procura e il gip di Milano investiti del caso Ruby. Sempre che la Corte si esprima a favore dell'ammissibilità del quesito posto da Montecitorio. A febbraio all’Ansa una fonte definita qualificata aveva spiegato che sulle questioni di giurisdizione (come questa) decide la Cassazione e non la Consulta.

Vedremo.

In ogni caso a fine aprile scade il mandato del presidente della Corte, Ugo De Siervo, eletto 9 anni fa dal Parlamento su indicazione del centrosinistra. Partita politica a parte (il centrodestra cercherà in tutti i modi di far eleggere dal Parlamento uno dei suoi) tra poche settimane dunque ci sarà il cambio al vertice della Consulta.

Secondo la prassi più che consolidata, la Presidenza spetta al giudice più anziano in carica fra i quindici. In questo caso Paolo Maddalena, presidente di sezione della Corte dei conti, eletto nel 2002, e nominato da De Siervo vicepresidente. Maddalena, il cui mandato scade a luglio, però, potrebbe declinare la carica, per problemi personali. A questo punto, sempre per la prassi dell'anzianità, la Presidenza spetterebbe ad Alfio Finocchiaro, presidente di sezione della Cassazione. Il suo mandato, scadrà a fine 2011. Il giudice non può essere tacciato da Berlusconi né di essere una “toga rossa” né di essere “eversivo”.

Sulle leggi che hanno bloccato i processi del presidente del Consiglio, il cosiddetto lodo Alfano e il legittimo impedimento “a premier e ministri” si è espresso per la conferma, andando così in minoranza. Ma la prassi, finora rispettata dell'anzianità, ha già rischiato di saltare. E proprio durante il voto per il successore di Francesco Amirante. In “automatico” alla Presidenza era destinato De Siervo, ma ci sono volute tre votazioni perché fosse eletto il 10 dicembre scorso. Il suo contendente, Alfonso Quaranta (ora di nuovo in pole position), ha avuto 7 preferenze, contro le 8 di De Siervo. Quaranta, presidente di sezione del Consiglio di Stato, è stato fra i 6 membri della Corte che nell'ottobre 2009 ha votato a favore del lodo Alfano. Se ce l’avesse fatta, avrebbe scavalcato in un colpo solo De Siervo, Maddalena e Finocchiaro.

Insomma alla Consulta c’è stato un tentativo di togliere la Presidenza a un giudice “comunista”, secondo il Berlusconi pensiero, per darla a un giudice molto stimato dal centrodestra. E sul clima avvelenato, alla vigilia della decisione sul legittimo impedimento, poi sostanzialmente bocciato dalla Corte, lo stesso De Siervo, appena eletto, ebbe a dire: “È inaccettabile” dire che la Corte “abbia orientamenti precostituiti”. Ora la Corte dovrà decidere sull'ammissibilità del conflitto sollevato dalla Camera. a. masc.

3 commenti:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

CON LA PROPOSTA DI "CONFLITTO DI ATTRIBUZIONI" SAPREMO SE LA CONSULTA E' ANCORA UN BALUARDO DELLA LEGITTIMITA' COSTITUZIONALE E DELLA DEMOCRAZIA IN ITALIA O NO.

Unknown ha detto...

Io dubito del baluardo
L'avevo letto anch'io, stiamo a posto!
cristiana

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

SPERIAMO CHE TU TI STIA SBAGLIANDO ...